Un ricordo speciale del campione italiano Nino Benvenuti, attraverso uno degli incontri più iconici della sua carriera – ascoltato da milioni, ma censurato in TV.
Nel 1967, l’Italia intera si fermò per Nino Benvenuti. Non davanti alla televisione, ma attorno a una radio.
Il match che lo vide sfidare il campione americano Emile Griffith per il titolo mondiale dei pesi medi rappresenta molto più di una sfida sportiva: fu un evento collettivo, ascoltato con il fiato sospeso da un Paese intero, in un’epoca in cui la radio era ancora il mezzo più diretto e potente per vivere le emozioni in tempo reale.
Un incontro leggendario, ma censurato in TV
Benvenuti-Griffith fu un match duro, epico, combattuto al Madison Square Garden di New York. Ma fu anche un incontro che l’Italia non poté vedere in diretta televisiva. La RAI, all’epoca, preferì non trasmettere le immagini: la boxe era ritenuta troppo violenta, persino “diseducativa” ma anche perchè si svolgeva alle 3 di notte e gli italiani devono lavorare il giorno dopo. Il radiocronista era Paolo Valenti mentre il conduttore in studio era Italo Galgano.
E così, mentre le televisioni tacevano, fu la radio a farsi carico di trasmettere l’epica, parola dopo parola, colpo dopo colpo. La voce dei cronisti attraversava le onde medie, portando nelle case, nei bar, nei circoli e perfino per strada le gesta di un atleta che incarnava l’orgoglio italiano.
Il potere della radio: unione e immaginazione
Chi c’era ricorda bene: i cronisti raccontavano ogni round con un’intensità tale che sembrava di vedere Benvenuti muoversi, schivare, colpire. Era la radio a creare le immagini, a coinvolgere il pubblico in modo intimo e partecipato. In un’Italia ancora divisa da mille differenze sociali e regionali, la radio fu il collante: un unico cuore che batteva al ritmo dei pugni di Nino.
Asscolta la versione integrale dell’incontro qui
Un omaggio al campione, un omaggio alla radio
Oggi, mentre salutiamo con commozione la scomparsa di Nino Benvenuti, non possiamo non ricordare quella sera del ’67. La radio non fu solo un mezzo tecnico: fu strumento di memoria collettiva, testimone di una delle più grandi imprese sportive italiane.
In un’epoca di algoritmi e streaming, vale la pena ricordare che fu una semplice radio AM a dare voce all’impresa. E a renderla eterna.
La boxe non si vide, ma si ascoltò. E grazie alla radio, quella notte al Madison Square Garden, Nino Benvenuti divenne leggenda.