Il Consorzio DRM ha recentemente riscontrato diverse inesattezze e interpretazioni grossolane in vari articoli apparsi su blog italiani.
Per questo motivo, tramite OMItaliane, partner del Consorzio, diffonde questa comunicazione ufficiale di chiarimento.
Il Consorzio DRM difende i propri risultati
Il Consorzio DRM difende i propri risultati, convinto che le azioni parlino più delle parole, soprattutto quando queste vengono messe in dubbio. È evidente che lo standard DRM, l’unico standard radiofonico digitale aperto e valido per tutte le bande di frequenza di radiodiffusione, raccomandato sia dall’ITU che dall’ETSI, abbia compiuto progressi significativi nel corso degli anni, anche se il percorso non è ancora completo.
DRM, lo standard digitale più giovane
Il DRM è il più recente degli standard di radiodiffusione digitale, nato non nel 1996, ma circa due decenni dopo rispetto all’altro standard europeo, il DAB, e alla sua evoluzione DAB+, o all’HD Radio, quest’ultimo promosso dalla società commerciale statunitense Ibiquity.
Oltre i luoghi comuni e McLuhan

Liberiamoci innanzitutto dai luoghi comuni e lasciamo che le citazioni di Marshall McLuhan si prendano il meritato riposo.
“Il mezzo non è il messaggio” (non più, e da tempo ormai).
DRM, DAB/DAB+ e le tecnologie di trasmissione
DRM, DAB/DAB+ o qualsiasi altra tecnologia di trasmissione terrestre sono semplicemente veicoli, canali per il contenuto — e non il contenuto stesso. Lo standard può stimolare l’innovazione e contribuire a creare o presentare contenuti migliori, con benefici aggiuntivi come avvisi di emergenza o apprendimento a distanza, mentre l’apprezzato IP (citato dall’autore) non raggiunge molti utenti in varie parti del mondo o spesso non funziona.
Ciò che conta davvero è il contenuto
Siamo d’accordo: DRM, DAB o HD in sé non interessano agli ascoltatori. Ciò che desiderano è contenuto di qualità, arricchito da metadati, e non solo audio lineare.
Il DRM offre a emittenti e regolatori un risparmio di spettro ed energia. Può stimolare l’intero ecosistema dell’industria radiotelevisiva, ma non è mai il protagonista: è semplicemente un abilitatore.
DRM in fase di diffusione globale

Il DRM non è in una “fase di sperimentazione”, ma in una fase di diffusione, come dimostrano gli sviluppi in India, Cina e Indonesia, per citarne solo alcuni:
- DRM in Cina
- IBC 2025: passi avanti in Cina
- Indonesia adotta lo standard DRM
- India e 13 milioni di auto DRM entro il 2025
Coprire il 35% della popolazione mondiale
È sicuramente più difficile coprire il 35% della popolazione mondiale in Paesi vasti come l’India (1,4 miliardi di persone), l’Indonesia (17.000 isole, 275 milioni) e la Cina (1,4 miliardi, più grande degli USA) che un piccolo Stato baltico o balcanico.
In effetti, per aree locali ridotte, lo standard europeo in banda VHF III mostra risultati concreti, ma non ancora su scala nazionale.
La radio resta vitale per miliardi di persone
Il DRM non è “ai margini” né “in ritardo”, poiché la radio è ancora vitale per milioni e miliardi di persone che non dispongono di costosi piani dati, TV digitale o satelliti.
Un terzo della popolazione mondiale non ha ancora accesso a Internet.
Onde medie e corte: ancora indispensabili
E la radio non è solo FM. Onde corte e medie restano essenziali in molte parti del mondo.
La Cina ha integrato il DRM nella sua politica di radio digitale, con lavori di aggiornamento dei trasmettitori in onde medie, e l’obbligo del DRM digitale AM su tutte le auto (31 produttori cinesi).
In India ci sono circa quaranta trasmettitori DRM in onde medie e alcuni in onde corte.
La Nigeria ha aggiornato i suoi trasmettitori in onde corte, che presto torneranno operativi in DRM.
L’Europa e l’abbandono dell’AM
Purtroppo alcuni Paesi europei hanno abbandonato l’AM, mentre con il DRM avrebbero potuto risparmiare dal 40 al 60% di energia e denaro, reinvestendo tali risorse nella creazione di contenuti e garantendo copertura nazionale completa.
Il caso italiano

Viaggiando in Italia, si riceve il DAB+ in modo intermittente, poiché il segnale va e viene nelle centinaia di gallerie che interrompono musica e programmi.
L’Italia, adottando solo il DAB+, sembra ignorare le onde medie e i servizi per le aree montane e rurali.
DRM e DAB+ insieme potrebbero coprire completamente l’Italia, offrendo i vantaggi della vera radio digitale, non esperimenti.
Sarebbe il vero successo della radio digitale in Europa.
Trasmissioni DRM dall’Europa
Il BBC World Service trasmette in DRM su onde corte, così come Radio Romania International.
Il DRM è stato ufficialmente adottato da India, Cina, Pakistan, Nepal, Indonesia e Sudafrica.
Questi ultimi due Paesi usano sia DRM che DAB+, fornendo soluzioni adatte a ogni esigenza.
Uno-a-molti: la forza della radio digitale
Questi Paesi sono interessati anche a Internet e streaming, ma nessuna di queste soluzioni “uno-a-uno” può competere con l’opzione “uno-a-molti” della radio digitale gratuita.
DRM nelle automobili

La radio digitale è già presente nei veicoli, come dimostrano i dati indiani.
La lotta per lo spazio sul cruscotto è reale per tutti gli standard digitali e Internet non è il vincitore.
Ricevitori e moduli per DRM e DAB+
Il DRM ha annunciato nuovi trasmettitori, ricevitori e moduli per entrambi gli standard aperti.
Gli ascoltatori vogliono contenuti, non tecnologia, e desiderano una ricezione continua ovunque.
Sistema di frequenze alternative (AFS)
L’AFS, parte dello standard DRM, permette ai ricevitori di passare automaticamente da FM a DAB o DRM, e viceversa, garantendo suono continuo senza interruzioni percepibili.
L’ascoltatore non deve affrontare complessità tecniche: il passaggio avviene in background.
DRM e DAB+: una sola radio digitale

DRM e DAB+ sono semplicemente radio digitale, che avrebbe dovuto essere promossa come tale fin dall’inizio, invece di dividere il mondo in “DAB+ Europa” e “resto del mondo”.
Il problema della fiducia nei ricevitori
Con articoli ostili e anti-DRM, dove sarebbe la fiducia per i produttori di radio DRM economiche o duali DRM/DAB+?
Una falsa premessa da sfatare
L’affermazione che “il DRM o altri standard digitali terrestri sono complessi e confondono l’ascoltatore” è una falsa premessa, salvo che non si tratti di un ingegnere o di chi pontifica sulla radio digitale.
Sostenere la radio digitale
La radio digitale va sostenuta, perché non esiste una soluzione unica per tutti.
C’è interesse e necessità per farne una piattaforma utile e indispensabile per emittenti e ascoltatori.
Il direttivo del Consorzio DRM
👉 www.drm.org

















































