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DRM e onde medie: un “fallimento” per pochi giullari della radio| OMItaliane

C’è sempre qualcosa di affascinante nei racconti apocalittici che riguardano le tecnologie radiofoniche: ogni tanto, puntuale come un orologio rotto, qualcuno si affaccia sulla scena per decretare – con tono solenne – il presunto “fallimento del DRM e delle onde medie“, come se si trattasse di un esperimento accademico finito su uno scaffale dimenticato.
Peccato che la realtà, dispettosa come sempre, si diverta a smentire questi verdetti troppo affrettati.

DRM: vivo, discusso, pianificato

Eh sì, perché il DRM – Digital Radio Mondiale – quello reale, operativo, sperimentato su impianti funzionanti e incluso nei documenti ufficiali di pianificazione internazionale, non solo esiste, ma continua ad essere al centro di tavoli tecnici.
È presente nella recente delibera AGCOM 110/25/CONS, oggetto di una consultazione pubblica e presto di discussione in sede istituzionale.
Una trattazione concreta, reale, non il nostalgico palcoscenico di chi ama celebrare funerali tecnici prima ancora che l’orchestra abbia smesso di suonare.

Onde Medie: morte apparente o utilità silenziosa?

Strano destino quello delle onde medie italiane, a giudicare dai toni dei soliti profeti del tramonto: sarebbero un polveroso teatro per una radio del passato, un museo sonoro destinato al silenzio eterno.
Eppure – ironia della sorte – proprio questi impianti AM vengono utilizzati da chi cerca ascolto per anonimi flussi audio in streaming, affidando la diffusione del proprio segnale a quegli stessi trasmettitori considerati obsoleti in onda in AM e che per fortuna sono attivi.

Quando la rete non basta, quando il pubblico sfugge, ecco che la “vecchia AM” torna utile, viva, indispensabile. Curioso, no?

Giullari della radio o semplici smemorati?

Forse qualcuno preferisce ignorare questa contraddizione, o far finta di non vederla.
Così, mentre si celebra il presunto “fallimento del DRM”, si continua a usare ciò che si dice superato, affidandosi proprio a quella tecnologia messa in discussione, magari sperando che il pubblico non se ne accorga.

Ma la radio – quella vera – continua a parlare. E ascoltare. Anche in onde medie e presto anche in DRM.

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