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Caltanissetta: il traliccio RAI abbattuto| OMItaliane

Il crollo di un simbolo della radiofonia italiana

Alle 17:38 del 24 luglio 2025, il traliccio RAI di 282 metri sul colle Sant’Anna, simbolo di Caltanissetta per oltre 70 anni, è stato abbattuto con un’operazione di collasso controllato. Centinaia di cittadini hanno assistito, commossi, alla caduta di una struttura che per decenni ha rappresentato la storia della radiofonia italiana.

Una torre non più a norma e un’amministrazione assente

Come spiegato nel servizio giornalistico RAI (guarda), la torre non era più a norma e non poteva essere recuperata, nonostante le varie proposte avanzate da Rai Way, inclusa l’offerta di gestire gratuitamente il terreno. Nessuna risposta concreta è arrivata dalle amministrazioni locali, lasciando che un simbolo storico venisse cancellato.

La “beffa” dell’investimento sul DAB+

Il paradosso è che, mentre si chiude una pagina di storia delle onde medie, Rai Way annuncia un investimento di oltre un milione di euro per l’espansione del DAB+ in Sicilia. Una “beffa” per chi, sui social, continua a piangere la fine delle onde lunghe, corte e medie, senza però impegnarsi realmente per il loro futuro.

Pianti e indignazione sui social, ma poca azione concreta

Sui gruppi Facebook e nei forum specializzati non mancano lacrime e lamenti per l’abbattimento di tralicci storici, come quello di Caltanissetta. Si grida allo scandalo, si denigra ogni scelta “modernista”, ma quando si tratta di agire, di difendere davvero la gamma AM e il lavoro dei nuovi operatori, il silenzio è assordante.

La consultazione AGCOM e il silenzio dei “paladini”

La consultazione pubblica indetta da AGCOM con la delibera 110/25, mirata a tutelare i ricevitori AM nelle autoradio, era un’occasione essenziale per la sopravvivenza delle onde medie. Ma quanti di questi “paladini” hanno raccolto l’appello di OMItaliane per una partecipazione di massa?

Basta piangere su Facebook: servono azioni concrete

Le onde medie non si salvano con i post nostalgici, ma con l’impegno, la partecipazione attiva e la difesa dei diritti degli operatori che, con sacrifici e visione, stanno provando a scrivere una nuova pagina di storia radiofonica. È ora di smettere di piangere sul passato e iniziare a costruire il futuro.

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