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DRM: la realtà fuori dai luoghi comuni| OMItaliane

Ancora oggi circolano affermazioni infondate secondo cui il DRM disturberebbe le frequenze analogiche o non avrebbe un futuro. Dichiarazioni di questo tipo dimostrano solo una scarsa conoscenza tecnica, giullari dei re della fiabe mediatiche con una visione superata nel settore.

Zero interferenze, qualità superiore

Il DRM è stato progettato proprio per cooperare con l’analogico e rispettare i vincoli internazionali. Parlare di “disturbi” significa non avere mai realmente acceso un ricevitore DRM: il segnale digitale è pulito, stabile e senza fruscii, garantendo un audio superiore all’FM stereo.

I.Chi insiste sulla presunta interferenza, confonde il suono di un ricevitore analogico non compatibile con il DRM con un difetto del sistema. È come pretendere di vedere Netflix su una TV in bianco e nero: il problema non è il segnale, ma saper maneggiare il ricevitore.

Dove FM e DAB+ non arrivano, il DRM funziona

Altro mito da sfatare: il DRM non sarebbe utile perché “il futuro è solo l’IP”. Una semplificazione ridicola che ignora un fatto elementare: senza copertura internet, non esiste alcun servizio IP.
Nelle zone rurali, montane o isolate, dove FM e DAB+ falliscono, il DRM in onde medie assicura un servizio continuo, con la stessa infrastruttura già esistente e costi ridotti. Parlare di IP come unica soluzione significa cancellare con un colpo di spugna l’accesso all’informazione di milioni di persone.

DRM: il presente, non il futuro ipotetico è già in Italia

Mentre qualcuno continua a parlare di “utopia”, India e Cina hanno già reso il DRM uno standard operativo, integrato nell’automotive e nelle reti nazionali. Milioni di ricevitori sono attivi, e la popolazione servita supera di gran lunga quella coperta da DAB+.
Chi sostiene che il DRM non abbia futuro, si limita a ripetere slogan senza fondamento tecnico.

forse molti nonm sono a conoscenza che in Italia diversi operatori hanno già ottenuto il nullaosta dal MIMIT per trasmettere in DRM. Questo dimostra concretamente che non si tratta di ipotesi o promesse: il DRM è già una realtà che a breve diventerà operativa, con applicazioni che stanno aprendo una nuova fase di rilancio delle onde medie.

L’Italia ha già fatto la sua scelta

Con la consultazione AGCOM 110/25, le onde medie sono state riconosciute come parte dei Servizi di Interesse Generale (SIG). Questo significa che il DRM non è un esperimento, ma un tassello fondamentale della strategia nazionale per garantire pluralismo, accesso e sicurezza delle comunicazioni.
Dire il contrario significa semplicemente ignorare la realtà dei fatti.

il DRM non interferisce e non soffre di interferenza  copre dove altri standard falliscono, ed è già oggi uno standard globale.
Sminuirlo non solo è ridicolo, ma significa negare l’evidenza tecnica e normativa.

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